Presentazione Rimini 21 settembre 2024

È per noi autori di Rimini Libera un grande onore essere qui oggi, in questo posto, in questa città, in questa particolare occasione, per presentare un'opera celebrativa di importante riflessione e fondamentale memoria. Da un decennio trattiamo temi storici complessi, delicati e impegnativi ma, in questo caso, questo lavoro non è stato esattamente come gli altri.

Oggi non è il traguardo conclusivo di questo percorso intrapreso grazie al Comune di Rimini, all'Istituto per la Storia della Resistenza e dell'Età Contemporanea della Provincia di Rimini (ISREC) e alla Biblioteca Gambalunga. Il privilegio di essere stati scelti per firmare quest'opera è merito di Sir Chester Cobblepot con la quale abbiamo già condiviso tanti altri percorsi appassionanti.

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Oggi, il 21 settembre 2024, ottant'anni fa, le prime pattuglie dell'esercito di Liberazione entravano a Rimini per liberarla ufficialmente dall'occupazione nazifascista. Ma quando i soldati alleati varcarono i confini della città, molto era stato fatto. I cittadini, gli operai, i contadini, gli studenti, gli uomini, le donne, tutti i patrioti avevano resistito, lottato per lunghi, interminabili, tredici mesi. Contro un regime, contro le restrizioni, contro la fame, contro le bombe, contro la guerra.

Non ignorate che essere esperti di giochi non rende automaticamente esperti di Storia, né di Guerra, né di Resistenza. Le istituzioni ci hanno fornito una sorgente storica, libri, cronache, documentazioni, dalle quali abbiamo attinto con sana curiosità e forte desiderio di comprendere. Abbiamo aggiunto altre ricerche, altre considerazioni, altre documentazioni. Tra tutti questi contenuti è stato distillato un'idea importante capace di raggiungere gli obiettivi richiesti.

Chi era a Rimini e ha vissuto quell'interminabile anno solare, dal settembre 1943 allo stesso mese del 1944, non poteva sottrarsi alla Resistenza, perché si trovava tra l'incudine – l'occupazione nazifascista – e il martello – le bombe sganciate ininterrottamente dagli aerei alleati – che non permettevano a nessuno di essere spettatore passivo, di "stare a guardare". Non volevamo fare un "gioco di guerra" basato sulle operazioni militari (che tra l’altro si svolsero per la maggior parte fuori da Rimini), ma un gioco sulla guerra, trasformando lo scontro in un racconto.

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Inoltre, il calendario da questi avvenimenti continua ad allungarsi e, nonostante la vita mediamente si sia allungata, le testimonianze dirette diminuiscono: la memoria storica diventa quindi progressivamente sempre più importante. Non si può correre il rischio di dimenticare i sacrifici che sono stati fatti per poter godere oggi di quello che è stato così faticosamente ereditato.

Ma perché un gioco da tavolo per commemorare e rievocare un evento così importante? Perché investire risorse pubbliche in un'opera ludica, quando tradizionalmente si è abituati a leggere libri o, in qualche caso recente, vedere documentari oppure partecipare a eventi più convenzionali? In quanto esperti di giochi, possiamo spiegarvi che nonostante i libri e i film siano media largamente accettati per raccontare la Storia, così anche il gioco da tavolo non è solo intrattenimento ma un possibile strumento di divulgazione eccezionale.

Divulgare significa rendere noto a tutti. Questa pratica si prefigge di rendere accessibile, per mezzo di un’esposizione semplice e piana, qualunque tipo di informazioni: nozioni, teorie, idee e scoperte. Tutto può essere divulgato, rendendolo largamente disponibile. Questo modo di esporre, spiegare e tradurre, con forme e linguaggi accessibili a molti, è necessario perché altrimenti la maggior parte degli argomenti rimarrebbero confinati a un ristretto ambiente di specialisti.

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Rimini Libera è un'opera ludica che usa un linguaggio divulgativo rivolgendosi così a chiunque desideri capire qualcosa che non conosce. Per divulgare efficacemente occorre affinare l'attitudine a questo particolare modo di comunicare, a cui si aggiunge la necessità inderogabile di coinvolgere e divertire. È davvero «difficile essere facili», perché bisogna saper ‘tradurre’ senza tradire.

Rimini Libera tocca l’interesse, stimola la curiosità, induce il piacere della scoperta e, infine, fa ‘vivere’ ciò di cui si parla. Nell'esecuzione del gioco, l’accesso alle conoscenze non è impedito né scoraggiato, perché ha un ruolo fondamentale per il raggiungimento dello scopo finale: vincere la sfida, la competizione con gli altri partecipanti.

Una lunga evoluzione ha creato un meccanismo nel nostro cervello molto efficace: ogni volta che ci troviamo di fronte a una situazione, il centro delle emozioni reagisce e ‘accende’ il nostro sistema nervoso, creando uno stato generale di allerta, di attenzione, e produce particolari sostanze biochimiche che raggiungono la corteccia cerebrale. È questa condizione che consente di memorizzare un evento significativo.

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La memorizzazione è tanto più intensa quanto più l'esperienza comporta rischi e gratificazioni. In questo modo il cervello impara a reagire e a comportarsi adeguatamente quando una situazione analoga si ripresenta. Ovviamente abbiamo schematizzato il concetto base. Ma per questa ragione nel gioco presentiamo situazioni di immedesimazione in cui essere emotivamente coinvolti.

Rimini Libera possiede molte caratteristiche funzionali: il racconto storico, l'imprevedibilità degli avvenimenti, la frustrazione delle limitazioni e delle privazioni documentate e il divertimento della competizione. L’emotività inevitabilmente apre un canale di comunicazione con i partecipanti e mantiene acceso l’interesse nella lunga rievocazione. La pratica ludica si alimenta dalle dinamiche attuate dai partecipanti.

Non va sottovalutato che la peggior nemica della cultura è la noia, per questo lo strumento gioco ha tutti i migliori presupposti. Le istituzioni di questa città l'hanno capito e hanno deciso di sfruttare questa pratica per spiegare un tema complesso per riuscire a ri-accendere l’attenzione, permettendo di seguire con più interesse un processo cognitivo che potrebbe sembrare difficile da assorbire.

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In Rimini Libera, da 2 a 6 partecipanti rievocano i tredici mesi di resistenza cittadina, lungo tutto il un periodo in cui la popolazione riminese lottò per la propria sopravvivenza. Non abbiamo incentrato le dinamiche sugli scontri militari, ma abbiamo raccontato una guerra vissuta attraverso le storie e le azioni quotidiane di cittadini comuni e gruppi di resistenza, costretti a combattere l'oppressione in uno scenario di distruzione e terrore.

Il nostro obiettivo è sempre stato quello di trattare in modo serio e documentato questo cruciale momento storico, senza trasformarlo in uno scontro astratto di pedine su una mappa, ma ponendo l'accento sulla dimensione umana. I partecipanti affrontano le difficoltà che vanno oltre lo scontro armato: fame, sfollamento, bombardamenti continui, rastrellamenti e il controllo serrato delle milizie nazifasciste.

La città di Rimini è la vera protagonista dell'opera. Le sue strade, le sue piazze, le case devastate dalle bombe, e con lei i suoi abitanti, che con coraggio e resilienza hanno fatto fronte all’estenuante situazione. L'opera che abbiamo sviluppato con il team di Sir Chester Cobblepot è una sfida in cui i partecipanti sono forzati a collaborare per mantenere viva la speranza, resistendo non solo ai nemici, ma anche alle tante difficoltà.

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Rimini Libera è adesso per tutti un gioco collaborativo che trasporta in quel periodo difficile, chiedendo ai partecipanti di prendere decisioni articolate e affrontare dilemmi morali. Ogni scelta può fare la differenza, non solo per sé, ma per l'intera città. Non sono celebrati soltanto i gesti eroici, ma viene messo in luce il coraggio delle persone comuni, di tutti coloro che hanno contribuito con il loro sacrificio quotidiano alla comunità devastata.

I componenti riflettono la cura storica che abbiamo potuto dedicare: il regolamento non spiega solo come si gioca ma approfondisce il contesto e giustifica le scelte e motiva le soluzioni adottate. 55 tessere rappresentano la città e la sua distruzione. 110 carte aggiungono sfide e amministrano eventi e creano opportunità. 35 pedine e 22 segnalini danno vita ai protagonisti di questa resistenza corale. Rimini Libera adesso vuole diffondere la memoria e sensibilizzare le generazioni.